Iniziamo una rubrica nuova dedicata a tutti gli sportivi che hanno iniziato uno sport, avevano i numeri per poter “diventare” qualcuno ed affermarsi nel mondo sportivo ma poi per ragioni diverse hanno dovuto lasciare lo sport o comunque non sono riusciti a continuare. Oggi abbiamo ritrovato una vecchi intervista ad Urbano Zucco, ora imprenditore Torinese, classe 1968 ..
Negli anni 80 iniziò per lui una forte passione per il motocross ma non riuscì ad emergere pur avendo la stoffa per poter vincere..
Iniziamo una rubrica nuova dedicata a tutti gli sportivi che hanno iniziato uno sport, avevano i numeri per poter “diventare” qualcuno ed affermarsi nel mondo sportivo ma poi per ragioni diverse hanno dovuto lasciare lo sport o comunque non sono riusciti a continuare. Oggi abbiamo ritrovato una vecchi intervista ad Urbano Zucco, ora imprenditore Torinese, classe 1968 .. Negli anni 80 inizio per lui una forte passione per il motocross ma non riuscì ad emergere pur avendo la stoffa per poter vincere..
Quando hai cominciato a correre in moto Urbano Zucco ?
Ho cominciato a correre in moto all’età di 10 anni, ero già grande in realtà.
Mio padre mi regalò per compleanno una moto cross 125 di cilindrata, iniziai già a fare pratica con quella nei campi vicino casa, abitiamo a san Francesco al campo nella provincia di Torino in una casa in campagna circondata di terreni.
Già dalle prime esperienze sentivo che ero io a gestire la moto e non lei a gestire me. Poco dopo i campi non erano più abbastanza, mi spostai in pista dati i miei continui miglioramenti ed iniziai a gareggiare poco dopo. Passai a 16 anni sulla 500cc un’Honda CR500, con tutti quei cavalli e tutto quell’attrito, con un fisico esile come il mio, è come se volassi ad un palmo da terra ogni volta che spalanco il gas.
Quale è la cosa più bella di correre in moto Urbano?
Correre in moto non è un’azione, non è roba pratica o meglio la sensazione che si prova guidando due ruote, è un misto tra adrenalina e paura di morire, specie se le ruote sono tacchettate. Questo sembra brutto da dire, ma ti fa vivere in bilico tra due sensazioni, come se sapessi che non puoi sporgerti né troppo di là né troppo di qua, ma rimanere in equilibrio e farsi guidare da questa folle spinta che ti fa guardare solo avanti e non ai lati. Questa per me è la sensazione più bella che si possa provare correndo in moto.
Chi ti ha ispirato Urbano Zucco?
Devo dire che ci sono vari piloti che mi piacciono e mi ispirano continuamente. Due di questi sono Eric Geboers e Dirk Geukens primo e terzo classificato al campionato mondiale di motocross del 1990. Già il fatto che corrono con la mia stessa moto mi fa sentire che abbiamo qualcosa in comune, d’altronde il rapporto tra pilota e moto è unico poi sono particolarmente fan di Geboers che vanta ben 5 titoli mondiali. Se dovessi menzionarne un altro direi, Kurt Nicoll. Lui corre con una KTM, non sono particolarmente appassionato di questi motori per via della loro dispersione di potenza, ma quando vedo Kurt destreggiarsi in quel modo, stando dietro ai motori honda senza problemi, mi fa capire che è un pilota degno di essere chiamato così e degno di salire sul podio.
Cosa consigli agli aspiranti piloti Urbano?
Consiglio prima di tutto di cominciare prima di me, prima di compiere 10 anni. Se volete arrivare lontano e soprattutto nello sport, si deve iniziare in un’età giusta e prima è meglio è. Consiglierei di iniziare con una moto usata perché si cade molto di frequente le prime volte e soprattutto di spostarsi in pista per cominciare a mettersi a confronto e conoscere i piloti che saranno i tuoi futuri rivali. Guardate sempre fissi il vostro obiettivo e ascoltate i consigli. Ascoltate i consigli e non seguiteli per forza, usate la vostra testa. Ma ascoltare sempre fa maturare più velocemente, parola di Urbano Zucco.
(Trattasi di un racconto di fantasia dove avvenimenti e nomi sono stati inseriti allo solo scopo di più dare più vigore al racconto)